La spettrofotometria si occupa di luce visibile e, proprio la riflessione sulla Luce, gioca un ruolo primario nella cultura greca arcaica. Un aspetto affascinante è incarnato da Efesto, dio del fuoco, che grazie al suo lavoro nelle fucine dell’Etna rese la Luce un elemento quotidiano, familiare. Con Efesto la Luce si mostrava sia come positiva, che irradia la vita, sia come segno di paura, tale da incutere riverenza. È quella Luce che veniva celebrata e invocata in Apollo, dio del Sole. Già presso gli etruschi il dio Aplu (Apollo) era associato alla Luce e viene chiamato dagli stesi Greci “Febo”, ovvero splendente, raggiante, come a sottolineare la sua appartenenza al mondo della Luce legato ai raggi solari.
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